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Salerno, frasi omofobe e sessiste all’Università: una commissione Unisa per indagare su Carmine…

Non si placa la bufera mediatica che si è abbattuta sull’Università degli Studi di Salerno e sull’ospedale Ruggi d’Aragona. Un danno di immagine enorme che incide sulla reputazione del dipartimento di Medicina.

Un’indignazione che circola anche sul web, con migliaia di commenti contro le frasi sessiste e l’accusa di abuso di potere nei confronti di Carmine Alfano, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica e ricostruttiva. L’Università degli Studi di Salerno ha nominato una Commissione incaricata di acquisire le informazioni utili all’accertamento dei fatti denunciati e di redigere un rapporto di indagine da sottoporre eventualmente anche al vaglio del Garante per i diritti degli studenti, istituito presso l’ateneo. E i vertici universitari assicurano che il decreto di nomina e tutta la documentazione che sarà prodotta dalla Commissione sarà trasmessa alle autorità competenti. Nessuna comunicazione ufficiale, invece, da parte di Ruggi.

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La rete, però, si rialza. “Abuso inaccettabile”, si legge in uno dei tanti commenti al video pubblicato sui social dallo stesso Alfano, candidato sindaco del centrodestra a Torre Annunziata, in corsa per il ballottaggio. «Rigurgiti di pratiche naziste», scrive un utente, riferendosi all’ormai famosa frase del professore: «I ricchi nel crematorio e noi abbiamo risolto il problema». “In un Paese normale dovrebbe essere vietato, ma siamo in Italia e tutto può succedere”, scrive un altro. Il primario e politico affida il suo pensiero anche a Facebook con un secondo video: «La macchina del fango mediatico continua, ma io non faccio un passo indietro. Mi chiedo: i miei concorrenti hanno mai chiesto scusa per la vergogna e il disonore gettati sulla città di Torre Annunziata?”.

Nessun profilo basso, anzi Carmine Alfano va all’attacco, promettendo di rivolgersi alle autorità competenti per chiunque abbia infangato la sua professionalità: «il Pd è stato bravissimo a far esplodere una bomba a orologeria a pochi giorni dal ballottaggio, mistificando situazioni che non sono abbinati. Sono un educatore, sono un uomo che ha dedicato la sua vita all’università, alla ricerca e alla chirurgia. Con i miei stagisti – prosegue Alfano – ho un rapporto che va oltre quello scientifico. Il mio modo di esprimermi nei loro confronti è quello del rapporto con un bambino.”

Le “sentenze estrapolate” a cui fa riferimento Alfano sono contenute nei 15 minuti di audio che accompagnano la denuncia dell’Asl – Associazione Liberi Specialisti, presieduta da Massimo Minerva. «La cosa più grave è che non è stato ancora sospeso – precisa Minerva – ha definito le sue frasi pura “goliardia”, ma il significato della parola si riferisce ad atteggiamenti sopra le righe degli studenti universitari. Non appartiene ai professori. Non c’è niente di giocoso nel costringere gli specialisti a fare campagna elettorale. Questa è una truffa, non uno scherzo. Quello che dice è un abuso di potere e lo dice nell’audio. Quando il prorettore nella sua dichiarazione afferma di non aver ricevuto alcuna segnalazione, significa che i giovani medici lo negano per paura e mancanza di libertà. È tutto dimostrato nei documenti, quindi è una cosa vera, un fatto reale. I bambini hanno una paura enorme di raccontarlo a causa delle possibili ripercussioni. Non accettiamo mai segnalazioni anonime, senza nome e cognome. Il problema più generale è che non esiste un canale specifico per la segnalazione di disagi e abusi e il Ministero non è a conoscenza dei casi di abbandono». Su frasi omofobe interviene la Uil Fpl di Salerno: «Alfano si dimette. Invitiamo la dirigenza Ruggi a prenderne coscienza Clima di terrorismo, minacce ed estorsioni – afferma il sindacalista Mario Polichetti – I dirigenti Ruggi devono agire immediatamente”.

Il presidente dell’Ordine dei medici salernitani, Giovanni D’Angelo, è rimasto deluso dalla vicenda: «Quando assumete un incarico di rappresentanza non dovete mai dimenticare la vostra responsabilità, perché quello che dite e parlate in modo inappropriato si estende a tutta la categoria professionale . Il professore si difende dimostrando ancora di più l’inidoneità all’incarico. Essere liberi non significa essere lesivi della libertà altrui – prosegue D’Angelo – Questo caso è paradossale perché si insinua in un’altra dimensione, che è la politica, parlando non solo nella sua funzione ex cathedra, ma anche esposta al mondo politico . Uno scenario esplosivo di per sé. Non può essere un momento per scherzare, perché si potevano evitare le varie frasi, come parlare di crematori e identità sessuale. Il rispetto della dignità degli altri è fondamentale. Lo è ancora di più per un professore che non solo insegna una disciplina, ma forma i suoi giovani trasmettendo i principi della vita.”

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