Sangiuliano ci sorprende sempre (Manginobrioches)

Noi che lo aspettavamo alla serata finale dello Strega per chiedergli di saltare (che poi gli ha detto che quest’anno era proprio brutto: sono sei libri in realtà!) e goderci le sue risposte creative, e lui che anticipa tutti e fa il colpo: nel corso di un incontro al festival Taobuk di Taormina (tema: “Identità italiana, identità culturale”, tanto per intenderci) fa risalire Galileo Galilei indietro di quasi un secolo, facendone una musa (si può fare la musa maschile , no? Al nostro primo ministro farebbe sicuramente piacere) da Cristoforo Colombo, manda lo stesso Colombo davanti alla Santa Inquisizione (in realtà si trattava di una sorta di “commissione di esperti”, ma non cavilliamo, suvvia), che oltretutto definisce “contropotere” ma vabbè, per concludere infine che sì, senza eresia non ci sarebbero innovazioni e scoperte, tanto meno quella americana; se non ci fossero quelli che “rompono gli schemi” non faremmo nessuna conquista. Ogni riferimento al suo governo brillante, oggettivamente fuori dagli schemi (e forse anche “contropotere”, chissà), è puramente intenzionale.

Ora, può darsi che il ministro, nel calore del discorso identitario, a cui tiene tanto – sempre in nome della cultura e delle nostre salde radici – abbia solo commesso un lapsus, confondendo Galileo con Tolomeo ( chi non farebbe? Queste assonanze, si sa, si confondono, come il caduceo con il mausoleo, o il pritaneo con il marameo), e l’importante semmai è credere nell’impossibile, come ha fatto Colombo, come fa la nostra Giorgia detta Giorgia, e quindi basta anche con i “soloni” – ho sempre detto io il ministro – che dicono sempre “no, non si può fare”, un branco di imbecilli che non sono altro. Tutto si può fare e alcuni ministeri ne sono la prova incontrovertibile.
Forse scopriremo finalmente come è successo davvero: forse quell’utopico distruttore di schemi Colombo era convinto di arrivare a Piccadilly Circus e invece si è ritrovato a Times Square. Ormai lo sappiamo, può succedere.

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