Traccia svolta Tipologia A1 prima prova maturità 2024 su Ungaretti | Studenti.it

Traccia svolta Tipo A1 primo esame finale 2024

“Pellegrinaggio” è una poesia scritta durante la guerra, quando Ungaretti era in trincea, esperienza che lo portò verso una ricerca interiore per acquisire la conoscenza di se stessi. La poesia descrive, attraverso immagini molto forti, un momento estremamente difficile in cui la sensazione di essere consumati dalla sofferenza e dalla fatica regna sovrana.
Allo stesso tempo, però, “Pellegrinaggio” è anche il viaggio che l’anima del poeta compie durante la guerra maledetta, in cui l’uomo finisce per annullare completamente se stesso e aggrapparsi a ogni briciolo di illusione pur di sopravvivere.

Questa situazione estrema accende nel poeta un attaccamento ancora più profondo alla vita. La poesia è, infatti, un modo di reagire alla guerra, una forma di ribellione contro tutto questo male attraverso l’amore per la vita e la resistenza alla morte.

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Metrica della composizione di Ungaretti

Il poema è composto da 16 versi, con una struttura metrica non regolare e una sintassi piuttosto essenziale. Fa parte della prima raccolta di Ungaretti, “L’Allegria” (1921), in cui il linguaggio poetico viene completamente rivoluzionato.

Ungaretti ricorre infatti alla tecnica del frammentario, cioè all’uso di poesie molto brevi, scritte con un linguaggio analogico e senza l’uso della punteggiatura, e composte da versi liberi, in cui ogni singola parola è carica di significato.

Il titolo “Pellegrinaggio” suggerisce un’idea di movimento, proprio quello che il poeta fa dal fango verso la salvezza, rappresentata dalla luce dei riflettori. Il motivo del pellegrinaggio emerge chiaramente nel primo verso, dove Ungaretti afferma di aver trascinato per ore la sua carcassa nel fango e nel dolore, illudendosi di avere una destinazione.

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Il viaggio dell’uomo attraverso la sofferenza

Questo viaggio estremo rappresenta, in un certo modo, il viaggio dell’uomo nella sofferenza che porta alla consapevolezza della propria fragilità, dove l’unico rimedio al male che dilaga è l’illusione di un lontano spiraglio di vitalità.

Il poeta, dopo diverse ore appostato tra le macerie e nel fango, si rivolge improvvisamente a se stesso, facendo una riflessione più generale sull’esistenza e notando come a lui, “uomo del dolore”, abituato a soffrire, basti un’illusione per prendere coraggio e continua a vivere. Questa condizione fisica estrema in trincea viene trasmessa al lettore attraverso immagini precise e violente come “viscere di macerie”, “carcassa” e “fango”.

L’immagine delle budella vuole proprio richiamare l’idea di uno squarcio in un corpo umano e rappresenta la distruzione provocata dalla guerra. La carcassa, invece, simboleggia il consumo del corpo umano. Infine, il fango rappresenta la guerra e la distruzione.

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Le immagini della salvezza

Le uniche immagini di salvezza sono il biancospino, simbolo della vita, e la luce dei riflettori, ovvero l’illusione di una vita migliore.
“Pellegrinaggio” riflette quindi la sofferenza personale di Ungaretti attraverso l’esperienza della guerra, il sentimento del limite e la ricerca della speranza a tutti i costi, esprimendo un profondo attaccamento alla vita nonostante la sofferenza.

La poesia, infatti, vuole esprimere il desiderio del poeta di resistere alla morte e alla devastazione, nonostante il suo essere un “uomo del dolore” che avverte la sofferenza esistenziale e la fatica di vivere.

Scrivere versi diventa, quindi, l’unico mezzo per tenere traccia della propria ricerca interiore e del viaggio che l’anima compie in un’esperienza limite come quella della trincea, e l’uso dei versi liberi non è altro che un riferimento alla poetica del porto che l’autore difficilmente raggiunge e di cui può avere solo un vago ricordo lontano.

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