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Traccia svolta tipologia C1 sull’Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini | Prima prova…

Traccia effettuata tipologia C1 scadenza 2024


Fonte: immagini-getty

Tra le tracce MIM del primo esame di maturità 2024, c’è il tema d’attualità (tipo C) tratto da un passaggio di Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini, importantissima neurologa italiana vincitrice del Premio Nobel per la Medicina nel 1986.

Ecco lo stato di avanzamento del nostro tutor per il percorso C1 dell’esame di stato.

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Argomento attuale effettuato primo test 2024

Essere imperfetto. Il Premio Nobel Rita Levi Montalcini ne fa un elemento di conquista, di valore aggiunto, di gioia. Nel suo Elogio dell’imperfezione, la scienziata scrive che nella ricerca scientifica, né l’intelligenza né “la capacità di eseguire e portare a termine esattamente il compito intrapreso” sono i fattori che portano alla soddisfazione personale. Per Montalcini il vero motore del successo è la dedizione, è provarci a tutti i costi, trovare la forza di rialzarsi e superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti.

Essere devoti, essere testardi, tuttavia, non significa essere perfetti. Significa, piuttosto, guardarsi allo specchio, ritrovarsi imperfetti e partire da lì, facendo delle nostre debolezze, delle nostre distorsioni, dei nostri difetti la base da cui partire.

La perfezione non appartiene all’uomo e non gli apparterrà mai. E giustamente. Allora perché tanti lottano, cercando in ogni modo possibile di adattarsi ad un modello? Perché, semplicemente, ognuno di noi non si limita a lavorare sulle proprie caratteristiche, sui propri punti di forza? Li abbiamo tutti, forse abbiamo solo bisogno di fermarci e conoscerci.

Siamo individui unici, originali, diversi. Allinearsi a ciò che la società dice che è giusto, bello, soddisfacente è la cosa peggiore che possa esserci. Ci tormentiamo per essere il più bello possibile, il più realizzato, quello con il miglior lavoro, la migliore casa, il miglior smartphone, quando non capiamo quanto sia controproducente inseguire uno stereotipo come questo. E soprattutto quello che va capito più di tutto è che nessuno ci chiede la perfezione. Nella maggior parte dei casi lo facciamo da soli, disperando quando non ci riusciamo.

I social, da questo punto di vista, non hanno fatto altro che peggiorare la percezione che abbiamo del mondo che ci circonda. Molti bambini, ma anche molti adulti, sono influenzati dai social media. La maggior parte utilizza i filtri prima di pubblicare una foto o la ritocca. Per non parlare delle immagini di finta perfezione da cui siamo bombardati quotidianamente. Influencer, attori, vip che pubblicano contenuti in cui appaiono sempre in splendida forma, in cui parlano della loro vita perfetta, viaggiando in posti perfetti, circondati da amici perfetti. Peccato che ciò che viene messo online sia solo una piccola parte di ciò che accade nell’esistenza di qualcuno e, soprattutto, è ciò che quella persona vuole che il mondo sappia.

Tutto il resto viene sapientemente eliminato, censurato. Allora come possiamo elevare queste persone a modelli di comportamento? Eppure viene naturale farlo. È anche vero che, negli ultimi tempi, molti hanno cominciato a mostrarsi “veri” sui social, postando foto senza filtri, senza trucco, raccontando esperienze difficili, condividendo paure, percorsi complicati con l’obiettivo di eliminare quella patina di perfezione facendo emergere invece la realtà dei fatti.

E la realtà è che niente e nessuno è perfetto.

Forse qualcosa si sta muovendo, forse abbiamo finalmente aperto gli occhi, forse ci siamo resi conto che mentre ci stanchiamo, corriamo e scaliamo montagne per raggiungere vette utopistiche, la vita accade. Quindi viviamo questa vita, viviamola
così, imperfetto e bello com’è.

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